Mani Solidarietà

L'approvazione dell'articolo 33 nella legge di Conversione del decreto legge "Agosto" è un passaggio importante ed indispensabile nel definire l'attività degli educatori professionali socio-pedagogici e, soprattutto, per garantire concretamente l'integrazione socio sanitaria. Va evitato il blocco delle attività».

Lo sostiene l’Alleanza delle Cooperative Sociali «gli educatori che lavorano con minori, persone disabili, con problemi di salute mentale, tossicodipendenti e con altre persone fragili sono una risorsa importante da valorizzare per il bene del welfare del Paese».


«Ricordiamo che queste figure professionali sono storicamente la stragrande maggioranza di coloro che offrono servizi lle categorie più fragili, e qualora non potessero esercitare le funzioni che sono loro riconosciute dalla legge, si creerebbero vuoti paurosi nelle strutture con l'aggravante della disoccupazione. L'Alleanza delle Cooperative Sociali – si legge nella nota – è pronta a dare il proprio contributo in questo percorso a partire dall'esperienza concreta del lavoro svolto quotidianamente dagli educatori delle cooperative sociali e dei percorsi di formazione che abbiamo portato avanti negli ultimi anni».


«Il decreto del Ministero della Salute – continua la nota – d'intesa con il Ministero dell'Università e della Ricerca, che definirà le funzioni dell'educatore professionale socio pedagogico nei presìdi socio-sanitari e della salute dovrà riconoscerne il ruolo, nei tempi previsti dall'art. 33 bis, senza alzare steccati ideologici, in un'ottica che miri da una parte a valorizzare le loro competenze, dall'altra a definire i requisiti professionali che rispondano realmente ai bisogni delle persone».


«In questo momento di forte crisi economica legata al Covid, è ancor più grave e irresponsabile penalizzare centinaia di migliaia di operatori socio pedagogici e tantissimi giovani che hanno intrapreso percorsi di formazione e specializzazione frapponendo ostacoli pretestuosi e corporativi alla loro giusta necessità di poter esercitare le funzioni di propria competenza anche nelle strutture socio sanitarie».